Haikugrafia – Roberta Placida
bisbiglio di vento
Ci sono libri che nascono dalle emozioni, parole che scaturiscono in momenti particolarissimi della nostra vita e scandiscono i giorni della solitudine, del ritiro in sé stessi, del contatto intimo con la natura. Ci sono libri che sono segnalibri di un evento che ha inciso profondamente la lingua del vivere, che ha generato in noi un fermento di emozioni. Libri che declinano il tempo in nuove stagioni, che segnano la linea di demarcazione tra un prima e un dopo.
Ho voluto leggere così Haikugrafia, il libro poetico-fotografico di Roberta Placida, romana di nascita come me, ma aquilana di adozione, che ha già ricevuto diversi riconoscimenti per la sua attività poetica e che ci regalerà una nuova pubblicazione poetica dal titolo “Animae Fragmenta” già vincitrice del Premio letterario internazionale “Città di Cattolica”. L’autrice, attualmente, vive ad Avezzano dove insegna lettere presso il liceo scientifico M. Vitruvio e dove si occupa anche di teatro, curando la regia di spettacoli e partecipando in qualità di attrice.

Un libro che è una memoria emozionale rivissuta in frammenti poetici e immagini fotografiche della stessa autrice. Un percorso minimale ma raffinato e intenso che è stato curato con passione e professionalità dalla casa editrice aquilana Daimon Edizioni, della preparatissima editrice, autrice, giornalista Alessandra Prospero.
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La veste grafica somiglia in tutto a un albo fotografico, sia per le dimensioni che per la scelta di carta e carattere di stampa, sia per l’impaginazione e la struttura. Ed è a tutti gli effetti un bellissimo album molto piacevole da sfogliare, da guardare, da meditare… Roberta ha un elevato senso estetico e fotografico e le sue immagini a colori vivissimi sembrano quasi contrastare con la malinconia dei versi e la radice di dolore che ha nutrito questa sua creatura illuminata.
In realtà la sinestesia generata dall’incontro di immagini e parole è fortissima e travolge letteralmente il lettore trascinandolo in scorci naturali di struggente bellezza e malinconia, nell’intimità profonda della poetessa che mette le proprie emozioni a nudo fondendole con la natura. Di lei scrive, Antonio Iannucci, in una toccante e intensa postfazione:
“Roberta può essere assimilata […] alla natura stessa. E’ impeto primordiale, esplosività vulcanica, quiete pacifica del mare immobile, tiepido refolo delle notti di agosto e vento sferzante, tramontana delle fredde mattine d’inverno. Risata dirompente e mestizia cupa. In ogni caso è viva e vitale.”
Queste ultime parole riflettono moltissimo l’autenticità di questa raccolta che è vissuta intensamente in tutte le sfumature delle emozioni che sanno distanziarsi in voli di petali e rincontrarsi in punta di foglia, nella gioia dirompente e nella più cupa mestizia.

Quello che colpisce è sicuramente lo stile fortemente originale. Le fotografie sono ordinate con cura in un susseguirsi stagionale che parte dall’autunno, tempo della perdita paterna, a un altro autunno di fragile bellezza che lascia intravedere un tremore di gioia.
Nel vento grigio
dello sbiadito autunno
dicesti addio
I versi scritti nel linguaggio poetico dello Haiku si sciolgono in assoluta libertà di vincoli, senza classicismi o tentativi di emulazione dei grandi poeti giapponesi, nella più pura semplicità di versi nati dalla scaturigine di un pensiero plasmato dal dolore e lievemente mondato da madre natura ad affinarne la bellezza.
Sole d’inverno
fredda solitudine
raggio affilato
Non si tratta di veri e propri haiga perché l’immagine non racchiude il verso e non lo completa. La fotografia si affianca alla parola in completo incastro e in una storta di trasmutazione a rimbalzo tra parola e visione proposta ma anche suggerita.
Luce radiosa
girasole d’estate
calda armonia

“Il passaggio reiterato da un linguaggio all’altro richiede di superare il limite del frammento visivo, di operare la smaterializzazione dell’immagine e di prospettare la sua trasmutazione nella parola. In verità, la discontinuità dei passaggi richiede di stabilire una dialettica permanente e pervasiva tra immagine e parola, in un’atmosfera silenziosa, negoziale, aperta.” (dalla prefazione di Ilio Leonio “Pellegrinaggio nei segni”)
Bisbiglia il vento
un sussurro nel cuore
voce paterna

La commozione è tenuta sempre a freno dal potere consolatorio della natura in cui l’autrice è completamente immersa e che riesce a trasferire a chi sfoglia queste pagine con apparente semplicità. In realtà c’è un piccolo percorso sottostante che indica una lettura stratificata del testo in relazione all’immagine e che è il percorso interiore che l’autrice ha seguito dopo la scomparsa della figura paterna.
La poesia si muove in queste pagine come un bisbiglio di vento, è una presenza leggera, quasi un’anima venuta a consolare, a dirci quanto sia prezioso ogni attimo, ogni momento.
A chi si accosta ai versi e alle fotografie di Roberta Placida non si richiedono competenze specifiche, è un libro che necessita soltanto di attenzione da parte del lettore, della sua accettazione nel farsi cullare da un bisbiglio di vento, dal silenzio potente che la parola poetica genera come un raggio affilato di sole che penetra l’inverno: un battito di luce che ricompone il mondo offeso dall’incontro con la sofferenza rivelandone il taciuto bagliore.
Fiore scavato
nel silenzioso abisso
la poesia

Valentina Meloni, 4 agosto 2018