
nella casa rossa dalle pietre rosa
non c’era più un citofono a cui suonare
né una cassetta postale a cui imbucare
la strada d’ingresso fu chiusa per sempre
ma una musica sommessa continuava
a uscire dai fiori a ogni primavera
e la vita andava avanti silenziosa…
premurosi gli occhi di un cuore
— e tu mi dici che gli alberi non lo hanno —
eppure io lo sento e mi manca il fiato
d’improvviso saltano anche i miei battiti
se so che qualcosa va perduto o trema
per ingordigia o per sete di potere
se so che non vi saranno più altri occhi
a raccogliere i fiori d’una magnolia
tanto bella dopo così lungo tempo
che ho visto lacrime scendere dall’alto
ed erano gocce senza nome e senza
alcun padrone era un’acqua che sgorgava
dall’antica fonte ai bei calici rosa
che non sentono il peso del tempo nostro
e fioriscono, sì anche se non li guardi.
nanita
da “Creature d’acqua”