Siamo nella città di Edo (ora Tokyo), circa 1700. Durante questo periodo sono molto popolari i maekuzuke (letter. aggiungere al verso precedente) concorsi di versi in stile haikai che consistono nell’aggiungere a un verso breve di 14 sillabe (maeku) un verso lungo di 5/7/5 sillabe, lo tsukeku (o verso che segue). Dal 1757 il più famoso organizzatore e giudice di questi concorsi era Karai Hachiemon conosciuto con lo pseudonimo di Karai Senryū …Questi concorsi sono molto popolari tanto che successivamente cominciano a essere pubblicate le prime antologie di soli Tsuteku. Poi, dal 1804, la tradizione dei Maekuzuke termina e si cominciano a scrivere i versi lunghi in maniera autonoma, senza maeku…
Nel 1765 esce il primo volume della Haifū Hanagidaru (lett. Botte di salice in stile haikai) un’antologia che viene considerata la culla del genere Senryū.
Goryoken Arubeshi, amico e collega di Karai seleziona, in 43 pagine, 756 tzukeku, o versi che seguono, senza il loro maeku. Successivamente furono pubblicati ulteriori 23 volumi di quest’antologia.
Alcuni di questi Kosenryū (lett. vecchi senryū), come vengono chiamati oggi, sono stati scelti, tradotti e raccolti da Valeria Simonova- Cecon, studiosa di questo genere, e animatrice del relativo blog e pagina fb Cuccagna , in questo piccolo libro che, è il caso di dirlo, è una vera cuccagna.
A corredo dei 108 Kosenryū, con testo giapponese a fronte, delle note svelano aneddoti e significati particolari che, senza una conoscenza approfondita del Giappone e delle sue tradizioni, sarebbe davvero impossibile comprendere. Un’approfondita introduzione, a cura dell’autrice, spiega la storia e la nascita del genere haikai e degli zappai (nome dato ai versi in stile haikai di profilo più basso)con interessanti curiosità.
Ho trovato questo libricino, che già da un po’ sto leggendo con vero gusto, un piccolo gioiello, interessante, curioso, divertente e molto stimolante. Per chi ama comporre senryū come me, una raccolta imperdibile, anche considerando quante poche pubblicazioni sul genere si possono trovare in Italia…
Ne ho scelti alcuni per voi :
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la principiante
invidia quella che sta
lasciando il mestiere
Per diventare una vera geisha una ragazza doveva fare un percorso lungo e difficile. Secondo le leggi del mestiere, la geisha non poteva sposarsi. Perciò, se una geisha di propria volontà lasciava il mestiere, significava che stava per sposarsi. Dal punto di vista generale un buon matrimonio era considerato come l’apice della carriera.
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cucinando
la tartaruga
balla la mamma
Si tratta della tartaruga dal guscio molle cinese, considerata sin dai tempi antichi come ottimo mezzo per rinforzare la virilità.
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troppo abituato
ad essere aiutato
il convalescente
Tanto bello stare a letto ed essere accuditi!
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come domestica
lei prende una vecchia baba-
bella sorpresa!
La moglie, conoscendo i vizi del marito, assume per l’aiuto in cucina una brutta vecchia.
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quell’idea
di rotolarsi nella neve
mica geniale
Una parodia del famoso haiku di Bashō : dài/andiamo ad ammirare la neve/ finché non ci cadiamo. Yukimi era l’usanza di ammirare la neve come hanami per i fiori di ciliegio.
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per apparire elegante
sistema i capelli
anche alla sua serva
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senza vestiti
anche una fanciulla celeste diventa
una ragazza ordinaria
Questo senryū fa riferimento alla famosa storia “Hagoromo” (vestito di piuma), rappresentata nel teatro Nō. Una Tennin, fanciulla celeste che abita nel paradiso buddista, scende sulla terra e si toglie il suo magico e bellissimo vestito di piuma. Un pescatore di nascosto ruba il vestito. Ora la ragazza non riesce più a tornare nel paradiso celeste e diventa la moglie del pescatore.
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impara a leggere
con le lettere dalla signora
la sua sarta
Una sarta analfabeta riceve tante note e richieste per iscritto dalla sua datrice di lavoro che è costretta a imparare a leggere.
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come un sumoista
pulisce le mani la domestica
sul grembiule
Il torimawashi, la cintura dei lottatori di sumo, assomiglia a un piccolo grembiule. Probabilmente anche l’aspetto della domestica fa pensare a un lottatore…
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fare una scoreggia
non è mica divertente
se vivi solo
Non c’è nessuno nemmeno che ti possa prendere in giro.
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il burattinaio
ed il suo burattino
vestiti uguali
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alle porte del castello
pure le mosche fanno
il cambio della guardia
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città di Edo –
il retro di casa tua imbiancato
dal tuo vicino
Edo era una città popolatissima dove la gente abitava a strettissimo contatto. Capitava spesso che il muro sul retro di una casa si affacciasse sul terreno di quella di un vicino e, non essendoci una porta che consentisse di accedervi, fosse proprio quest’ultimo a dover provvedere a imbiancarne la facciata posteriore.
La carrellata scelta da Quando Edo rideva… termina qui. Vi lascio un maeku (tentativo) composto per l’occasione: se voleste cimentarvi nei commenti con un vostro senryū (5/7/5) a seguire il maeku qui proposto giocando con me e con Bashō , il vecchio bambino…
n.b. al contrario del periodo Edo qui nessuna salata tassa di iscrizione è richiesta ^_^
buona lettura e buon senryū
[ n a n i t a ]
Valeria Simonova-Cecon (classe 1979) vive a Cividale del Friuli con il marito Andrea. Di origini russo-ucraine, è una scrittrice ed appassionata di poesia haikai dal 2004. Redattrice della rivista di senryū e kyōka in lingua russa Ershik, nonché amministratrice e traduttrice della Pagina Facebook Bannō Senryū for Gaijin e organizzatrice del Gruppo Italiano Senryu “Cuccagna”, ama scrivere senryū, haiku, renku e studiare lingue. È il primo autore europeo ad essere stato pubblicato all’interno della colonna Bannō Senryu in stile Nakahata del quotidiano giapponese Mainichi Shinbun. Suoi scritti sono apparsi su diverse riviste specializzate, tra cui: Mainichi Shinbun (Giappone), Town News (Giappone), Heron’s Nest (U.S.A.), Modern Haiku (U.S.A.), Ulitka (Russia), Moonset (U.S.A.), Diogen (Croazia) e The Renga and Renku Journal. Tra i vari riconoscimenti ricordiamo invece: il primo premio alla V edizione del Bilingual Calico Cat Haiku Contest (secondo premio alla VI edizione), nonché le menzioni d’onore assegnate nel 2009 alla I edizione del Kikakuza Haibun Contest, all’Ito En Ōi o-cha New Haiku Contest (edizioni 2009 e 2016) e all’Haiku Calendar Ludbreg (2009).
L’ha ribloggato su Cuccagna.
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