Libellula -Haiku-

libellula

acquerello di Silvia Molinari

La libellula, in Giappone, è conosciuta anche col nome di “piccolo drago”, si crede infatti che al suo interno vi sia intrappolato un drago… Sin dai tempi antichi, la libellula è vista dai giapponesi come una creatura di grande bellezza e un simbolo di forza interiore. In passato le libellule venivano chiamate anche kashimushi, che significa letteralmente insetto vincente, e questo nome è dovuto al fatto che le libellule volano sempre avanti e non retrocedono mai. Una qualità particolarmente apprezzata dai guerrieri samurai. Per questo motivo si trovano spesso decorazioni a forma di libellula sugli elmi dei samurai, sugli elmetti dei militari e nei simboli di alcune famiglie nobili.

In questa composizione l’acqua è essenzialmente un simbolo-specchio, dunque può essere una persona, un’occasione, o il riflesso della propria coscienza o anche più banalmente l’osservazione di se stessi, tutte cose che permettono di prendere coscienza del proprio fuoco interiore. Nella simbologia giapponese l’acqua assume i significati attribuiti dal Tao che sono essenzialmente quelli di mutamento, mistero, vita. L’acqua rappresenta lo stadio oscuro e nascosto, il punto più basso della materia, lo yin massimo ovvero lo stato in cui le cose tornano quando muoiono. Rappresenta il mutamento interno. L’acqua, che è anche elemento rinfrescante, specchiando il proprio stato interiore è un ritorno di coscienza allo stato originario, al luogo in cui tutte le cose provengono. In questo caso il drago (fuoco), che secondo un’antica leggenda è rimasto intrappolato nella libellula,torna al suo stato originario proprio attraverso l’acqua. La maggior parte dei draghi giapponesi sono infatti divinità dell’acqua, elemento che aiuta lo spirito del cielo a scendere in terra. Da notare come il drago sia considerato elemento yang per cui il cerchio con l’acqua (yin) si chiude proprio a specchio nella simbologia del tao.

La natura si presta sempre a interpretazioni suggestive e con semplicità suggerisce riflessioni profonde sulla vita e su noi stessi.

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precedentemente pubblicato sulla Rivista libera La Recherche 

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