Didentro

Cara Nicoletta
questo tuo scritto mi ha inchiodato a delle immagini ancora vive e dure da digerire. Ti ringrazio, le parole che scrivi hanno la tua delicata forma, come è naturale e giusto che sia, ma di più…hanno la tua sostanza, che cosa difficile da farsi… da “essere” questa sostanzialità della parola poetica.

“lì ci sono i nomi che ho perso a figliare
dentro un sonno irrevocabile da sirena”

Questo tuo arrivare al centro di ogni cosa con naturalezza e grazia, ma con forza centripeta determinante e aggregante mi sorprende sempre e mi affascina. Mi commuovo a leggere…per chi ? Per me o per te? Per entrambe…

“Se ho bisogno di altre donne per nutrire e sostenere il mio germoglio di essere, non credano di avere dei diritti su di me quelle donne che ancora oggi fanno del proprio essere mogli, madri “perfette” una specie di superiorità o normalità imprescindibile.”

Hai detto, hai il coraggio della parola e anche dell’azione, quanto ho sofferto questa presunta inferiorità, in primo luogo con mia madre e poi con un’intera generazione di donne appese a delle certezze di marzapane. Sono quello che sono, imperfetta e perciò variabile imprescindibile alla sostanza delle cose. La natura si nutre dell’imperfezione per migliorare, così voglio fare anch’io, essere madre di me stessa e più ancora essere figlia dentro un sonno irrevocabile…da sirena.

Valentina

Nicoletta Nuzzo

56_Catrin-Welz-SteinNon prevedo un matrimonio in abito bianco, né un figlio. Ma le donne sposano gli uomini e mettono al mondo i figli. E io che metterò al mondo? Io volevo mettere al mondo un ideale, una rivoluzione, un cambiamento. Io metto al mondo un cambiamento sì, tanto i figli non mancano.”

Così scrive Laura, giovane donna di 28 anni dell’Associazione 8marzo2012 di Tivoli su Laboratorio Donnae. E poi Laura si chiede “Ma sono lo stesso una donna? Anche senza un marito, un figlio? E che donna sono? Una femminista?”

E che donna sono? Quante volte me lo sono chiesta…sono una donna che ha accettato di perdere allontanandosi dagli stereotipi e da questa perdita  si è curata con le parole, dentro un linguaggio che è costruzione di doni… il figliare è stato per me  trasformare significati, accogliere le immagini che emergono quando riesco a fare il…

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