Ho sognato la curva dello stelo piegarsi al limite della foglia per un sussurro di dolcezza — qualcosa che non può venir toccato da nulla che non sia sopravvivenza pura. Tu sai i sepali essere ali d’angelo, e fibrillare di antere scintillïi di sogno… ah l’oro dell’imponderabile, l’oro di ciò che — senza nome — viene a reclamare presenza e una parola detta piano che non si sciupi in gesta — nostra vicinanza con l’effimero — questo spargimento d’essenza amica resti nell’ombra come sta la cerva — a guardia del sacro suolo un sorriso.