fammi stare nella tua lingua ora che il silenzio sussurra le sue grida e mente lasciando al tuo nome tutto lo spazio di memoria. questo è il deserto di forme che mi spaura — la cattiveria sepolta nella bontà del guru il pianto indelicato di chi muore mentre Cristo non risorge e i prati sono campi sterminati di croci mosse dal vento. c’è un uomo vestito di bianco nell’enorme piazza vuota — ha lacrime di vetro sulle guance ora scendono nella mia gola se dimenticata godo il martirio di chi non ha voce e ingoio il fiele maledetto del non detto mi sporgo su un abisso d’eterno.