L’immenso è semplice (Paola Venezia)

Cosa rende così interessante la lettura di un haiku?

Probabilmente la sua semplicità. Il fatto che sia una poesia che ci avvicina alla vita.

Abbiamo questa falsa concezione della poesia come qualcosa che si distanzia dalla vita comune, come un linguaggio difficile o fuori dal tempo, qualcosa che allontana la mente da ciò che siamo. Ma la poesia haikai che muove dall’osservazione della realtà è in grado di traslare la poesia del vivere direttamente sul foglio. Una semplicità apparente quella dello haiku perché, in verità, richiede dei canoni stilistici ben precisi, molto distanti da quelli della poesia lineare. In un mio saggio intitolato “Haiku, l’arte difficile della semplicità” cerco di spiegare che questa ricerca dell’essenziale e della semplicità è, a tutti gli effetti, davvero impegnativa. Molti si avventurano a scrivere haiku senza averne mai letti o senza considerare le basi che sostengono la poetica haikai, pensano che sia sufficiente inserire in uno schema fisso di 5/7/5 versi diciassette sillabe fatte di fiori, foglie e poco altro. Ma colui che intraprende, davvero, un percorso di scrittura haikai sta compiendo un vero e proprio cammino personale testimoniato dalla scrittura. Un cammino che lo porta alla ricerca dell’essenza, alla cura del linguaggio e della forma come testimonianza del fluido potentissimo della vita, dello scorrere del tempo, dell’essere parte del mondo, della natura, delle stagioni. È questo il caso di Paola Venezia, autrice che dichiara la sua personale poetica proprio partendo dalla ricerca dell’essenza.

La ricerca dell’Essenza è ciò che mi ha sempre guidato, nell’Arte plastica o figurativa, così come nella scrittura e nella vita. È un impegno che richiede tempo, pazienza e l’accettazione dell’Assenza. Non esiste Essenza senza Assenza. Mi sono sempre chiesta cosa dovesse rimanere del mio pensiero e, invece, cosa togliere; soprattutto, a cosa si deve rinunciare per comporre un haiku. La mia esperienza lavorativa mi porta al confronto quotidiano con il dolore della perdita e con la gioia di risultati puri. L’haiku è la forma poetica che più si avvicina al mio modo di procedere in poesia e per questo motivo l’ho scelto come esercizio di scrittura e di vita. (dall’introduzione dell’autrice)

Il bellissimo titolo “L’immenso è semplice”  suggerisce precisamente questa visione che si connota soprattutto con il sentimento Wabi, qualcosa che desta la nostra attenzione e che si fa osservare con spiccata intensità. La bellezza straordinaria che è insita nelle piccole cose, nelle cose semplici e che, il poeta, riconosce nella sua interezza e universalità. Ma per saper vedere questa bellezza, questa immensità nascosta, si deve avere l’occhio allenato, prima di tutto l’occhio interiore, quello con cui cogliamo l’aspetto poetico del mondo, quello che ci fa meravigliare, innamorare, sentire accomunati, e poi anche l’occhio poetico, quello che coglie di eventi e cose la magnificenza del creato e le metafore naturali di vita, morte, amore che permeano tutto l’universo.

Alcuni componimenti presenti nella raccolta sono mukigo (senza stagione) perché sono privi di kigo, altri sono haiku che non rispettano sempre lo schema metrico, tutti i componimenti fanno sempre, però, parte di un “qui e ora” esperienziale che  ci permette di entrare nell’immagine compiuta dei tre versi e di farla nostra. Lo stile dell’autrice è personale e sottilmente fiabesco, sottende l’incanto di bambina che è parte della personalità innocente e leggera (karumi), a volte buffa (okashii) a volte delicata e affettuosa, quasi sentimentale  (hosomi) del mondo interiore ed esteriore che la connota.

 

un fiore sboccia 

e lo fa in silenzio 

col suo profumo

 

uno scricciolo

tra ramoscelli nudi

cade una piuma 

 

risa di bimbi

giocano coi soffioni

ad esser vento

 

alla fontana

bambini si spruzzano

di fanciullezza

 

un po’ di luna 

entra dalla finestra

lo so che lei sa

 

le margherite 

al sole diventano

ciglia del mondo 

 

L’edizione, molto curata, edita da RPlibri, contiene anche le illustrazioni di Fumiyo Tamegaia e Andrea Sanvittore. Un connubio di leggerezza ed essenzialità che incanta e ci sospende con un filo di piuma alla bellezza del mondo.

nanita


Notizie autrice

1234078_10201879594821579_25368633_nPaola Venezia è nata nel 1958 a Milano, ha poi trascorso molti anni in Toscana dove ha compiuto studi di tipo tecnico-economico che niente hanno a che fare con la passione intima che invece ha accompagnato e accompagna la sua vita, l’arte e ogni sua forma espressiva. Usa la Carta per raccontarsi, dandole valore di parola, d’essenza e di racconto intimo. Sulle carte pregiate scrive poesie e, con gli stessi materiali, realizza sculture. Il rito di plasmarla è la metafora della sua vita.
Accanto all’attività artistica affianca l’organizzazione di corsi per adulti e bambini sulle tecniche cartarie in contesti sia pubblici che privati. Partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Dal 2005 collabora in qualità di Arteterapeuta , con la Cooperativa Solaris che si occupa di disabilità e gestisce alcuni Centri Diurni Disabili e CSE della Brianza. La disabilità che ogni giorno affronta è per lo più di tipo fisico con insufficienza mentale da media a grave e gravissima. La gioia di arrivare all’anima di queste persone, attraverso l’Arte e la Poesia, le crea soddisfazioni e gratificazioni.

 

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