Continua il progetto editoriale di FusibiliaLibri sul lirismo degli haiku, i componimenti di origine giapponese. Dopo il felice esito dei tre precedenti concorsi concretizzatosi nelle antologie Haiku tra meridiani e paralleli (da cui è scaturito, inoltre, un progetto di laboratorio poetico con gli alunni di un istituto comprensivo), presentate in diverse sedi, tra cui quelle del Museo di Roma in Trastevere, la casa editrice si avvia alla realizzazione del volume Haiku tra meridiani e paralleli – Quarta stagione, anche stavolta per la curatela di Dona Amati e nella medesima raffinata veste grafica dei volumi precedenti, arricchita dalle immagini del fotografo di Yokohama, Hitoshi Shirota. Firmerà la prefazione Valentina Meloni.
Anche con questo quarto invito, intendiamo realizzare un volume che comprenda composizioni con un’aderenza formale a quelle che sono le regole e gli elementi costitutivi dell’haiku, la cui più pura resa espressiva è paragonabile a quella di una istantanea fotografica, di un quadro: l’haijin descrive l’attimo nella sua immediatezza, trasponendo nelle parole la percezione profonda della vita, quasi il misticismo della sua osservazione; del resto le regole tradizionali di composizione dell’haiku rimandano direttamente al minimalismo della filosofia Zen, allo spirito della essenzialità.
La narrazione è la descrizione dell’esperienza attraverso la lingua, uno strumento che oltre a comunicare contenuti, trasmette attraverso il lessico significati di molteplice valore emotivo, cosa questa ancor più vera per la poesia. E ciascuno di noi è portatore di un doppio patrimonio lessicale, attribuibile alla lingua appresa nell’infanzia, più circoscritta alla zona geografica di crescita, e all’idioma ufficiale della nazione d’appartenenza, perché così come Wittgenstein afferma “le lingue dal punto di vista fonetico sono migliaia, mentre dal punto di vista psicologico ne esistono solo due: la lingua materna o primaria e tutte l’altre lingue messe insieme o seconde”; è ragionevole perciò pensare che il dialetto sia comprensibilmente la lingua primaria, ovvero ‘madre’. E nella memoria immaginativa si innestano dall’infanzia suggestioni sensoriali e sistemi di comunicazione a cui si continua ad attingere durante la vita, ivi compresa la lingua primaria.
Come il precedente, anche questo concorso letterario Quarta stagione di Haiku tra meridiani e paralleli è articolato in due sezioni, la prima riservata agli haiku in lingua italiana e la seconda a quelli scritti nelle lingue dialettali conosciute dagli autori. La struttura metrica sarà la canonica 5-7-5 sillabe (secondo computo metrico) per gli haiku scritti in italiano e per quelli in dialetto, ovviamente libera dalla gabbia metrica la traduzione di questi in italiano.
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“Gli haiku saettano come smussate freccioline che ci vengono da un mondo simile a quello di Alice, ma dotato di una sottile, intricata coerenza che non è soltanto il rovescio dello specchio delle nostre coerenze. Sono spiragli da cui filtra qualcosa di accecante e insieme di carezzevole, sono cuspidi elastiche di qualcosa che deve restare sommerso, per noi (e forse per tutti), ma che pure sentiamo necessariamente nostro. E allora per capire ripieghiamo almeno un ‘principio di essenzialità’, sul tema del risparmio verbale che crea alte tensioni aggregatrici, o addirittura sul ‘fascino del frammento’ come su riferimenti che senza dubbio si possono identificare anche nello haiku”.
(Andrea Zanzotto, dalla presentazione del libro Cento haiku. Testo giapponese a fronte, Ugo Guanda Ed., Milano, 1993)
info dal bando di concorso Fusibilia: http://www.fusibilia.it/?p=5029
Dona Amati
Responsabile Fusibilia
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