La ragazza sull’albero (Julia Butterfly Hill)

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«Mentre sto scrivendo, all’età di venticinque anni, vivo da più di due anni su un’antica sequoia alta sessanta metri, collocata sulla proprietà della Pacific Lumber. Sono sopravvissuta a tempeste, minacce, solitudine e dubbi. Ho conosciuto la magnificenza e la devastazione di una foresta tra le più antiche sulla Terra. Vivo su un albero che si chiama Luna. Sto cercando di salvare la sua vita. Credetemi, non era proprio quello che intendevo fare della mia vita.»

Era il 1997 e la pacifica esistenza di una ragazza qualunque, sopravvissuta a un drammatico incidente stradale che le costa un danno cerebrale e la terapia intensiva per quasi un anno, viene improvvisamente sconvolta da una chiamata. In che altro modo poter definire questa impresa senza precedenti che ha ispirato e aperto il cuore a milioni di persone nel mondo? Lo racconta quella che di lì a poco si sarebbe trasformata in Butterfly, ovvero Julia Butterfly Hill, quando si trova, per la prima volta, di fronte ai giganti della Terra, le sequoie della California, e può finalmente sperimentare la verità del Creato e della vita come lei stessa definisce questa esperienza.

«Afferrata dallo spirito della foresta, caddi in ginocchio e cominciai a singhiozzare… In questa maestosa cattedrale, potevo sentire il mio essere intero trasformarsi in nuova vita. A lungo rimasi seduta a piangere. Alla fine, le lacrime si trasformarono in gioia e la gioia in ilarità, e rimasi seduta a ridere per la bellezza che mi circondava. … Spirito dell’Universo, volevo girare il mondo. Sin da quando ricordo, ho sempre desiderato viaggiare. Ne ho finalmente l’Occasione e tuttavia, improvvisamente, mi sento costretta a non andare. Ti prego, mostrami la strada.»

L’occasione si presenta presto quando, il gruppo di attivisti della Earth First! che sta piantonando, nella contea di Humboldt (Nord California), l’area di disboscamento della Pacific Lumbern, società nel settore della raccolta del legname, chiede dei volontari per occupare un albero che sta per essere abbattuto su un territorio già sottoposto a pericolose frane e cedimenti a causa del taglio indiscriminato della foresta. L’albero in questione viene battezzato Luna (in italiano nel testo) e nel giro di poco tempo diventa un vero e proprio faro della battaglia ecologica in California e in tutti gli Stati Uniti riuscendo a calamitare l’attenzione internazionale.
Ad apertura di questo libro per spiriti ribelli, a metà tra biografia, diario avventuroso e testo di trasformazione spirituale, si trova la citazione di John Muir, il pionere delle foreste Californiane: «Questi re della foresta, i più nobili di una razza nobile, appartengono di diritto al mondo, ma, poiché, si trovano in California, non possiamo sfuggire alla responsabilità di esserne custodi. Per fortuna, il popolo americano è all’altezza di questa responsabilità.»

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juliahillÈ così che Julia Hill, a 23 anni, sente di doversi assumere questa responsabilità e, senza esitazione, si offre di salire su una piccola piattaforma a cinquantacinque metri dal suolo, posta sulla punta di una sequoia che ondeggia al vento, a picco su una collina che sta franando a causa del disboscamento intensivo. Ciò che segue questa decisione di Julia è un rapporto di simbiosi con Luna, una creatura di mille anni, una coast redwood facente parte di una foresta antichissima, una Sequoia sempervirens dalla caratteristica corteccia rossa, tra gli alberi più alti al mondo.

Julia, nome in codice Butterfly, si trova a vivere per ben settecentotrentotto giorni su Luna, con lei condivide la lotta per la vita in una zona devastata dal disboscamento, insieme affrontano tempeste, freddo, neve, piogge torrenziali, boscaioli rabbiosi, ruspe, elicotteri che spargono napalm, attacchi continui di agenti e dipendenti dell’azienda che sta sfidando, la Maxxam Corporation, la quale sta per effettuare il cosiddetto “taglio a raso”, ossia il taglio di alberi di tutte le età e dimensioni e il conseguente trattamento dell’intera area con il fuoco. In solitudine Julia stabilisce un rapporto speciale con la sequoia, un legame che segue l’ecologia profonda oltre che l’ambientalismo attivo e queste pagine ne danno ampia testimonianza. La metamorfosi della farfalla Butterfly si completa durante i due rigidi inverni passati fianco a fianco con la creatura millenaria.

«Luna mi ha cambiato. Vivendo su questo albero, ho ricordato come ascoltare, come sentire il mondo e la Creazione che mi parlavano. Ho ricordato come sentire la connessione e la consapevole unicità che è sepolta profondamente dentro di noi.(…)»
Durate un terribile uragano che mette a dura prova il carattere fermo della ragazza, Julia sente la voce di Luna che le parla e da lì in poi continuerà a chiederle consiglio: comunicherà con la sequoia attraverso la voce, il pensiero, le sensazioni tattili, tutti i sensi. Julia diventerà tutt’uno con l’albero che la ospita e dopo questa esperienza sarà per sempre la sua migliore amica.
«Chiusi gli occhi e appoggiai a Luna la fronte, le mani e i piedi. Immaginai la mia energia che scendeva lungo il tronco, attraverso le radici, nel terreno. Mi aiutò a sentirmi con i piedi per terra. Avvertii l’imponenza del tronco e una profonda energia che ci legava»

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Dopo le prime due settimane in cima alla sequoia, Julia comprende che l’occupazione di un albero va oltre la protezione dell’albero stesso; è una forma di servizio pubblico intoccabile, è un simbolo di protezione e attenzione verso l’intera foresta, gli animali che la abitano e la comunità che la circonda e che dipende dalla sua sopravvivenza.

«L’occupazione di un albero è l’ultima spiaggia. Quando vedi qualcuno su un albero per cercare di proteggerlo, capisci che la società ha fallito ad ogni livello. Chi occupa un albero con il suo gesto ti sta comunicando questo: non ho altro modo per fermare quello che sta succedendo, non ho altro sistema per rendere consapevole la gente di cosa c’è in gioco. Ho seguito le regole, ma tutto quello che mi è stato detto di fare ha fallito. Quindi è mia responsabilità fare quest’ultimo tentativo, mettere il mio corpo dove stanno le mie convinzioni.»

Fu proprio John Muir istituendo il il 28 maggio 1892 il Sierra Club, la più antica e grande organizzazione ambientale degli Stati Uniti, ad attuare un programma preservazionista e a indicare la strada per il Parco nazionale di Yosemite in cui oggi sopravvivono più di mille sequoie giganti.

Julia racconta che gli sforzi per proteggere le sequoie della costa continuarono e si unì alla lotta ambientalista anche il genere femminile quando, nei primi del Novecento, quattro donne di Eureka, in California, scrissero lettere a politici, naturalisti, personaggi famosi e, successivamente, portarono la loro protesta sulle strade per creare consapevolezza nell’opinione pubblica. Senza gli attivisti passati e presenti, la maggior parte delle antiche foreste della California sarebbe caduta molto tempo fa. Julia intende proseguire su quel sentiero perché, senza gli attivisti passati e presenti, l’attenzione su alcune tematiche diminuirebbe con la conseguente mancanza di vigilanza sul territorio e sul nostro patrimonio ambientale.

9788879724357_la_ragazza_sullalberoJulia Hill si fa portavoce di questa grande battaglia ecologica senza mai essere appartenuta a un gruppo o a un’associazione, e nel suo racconto ribadisce questa posizione, ma la sua impresa non sarebbe stata possibile se non avesse ricevuto l’aiuto di tutte le persone che, in piena autonomia e liberamente, l’hanno supportata in ogni modo, anche andando contro la legge, a rischio della propria vita e spendendo ogni energia possibile.
Un gesto di disobbedienza civile, quello di salire sugli alberi e di occuparli che, dopo il Civil Disobedience dell’americano Henry David Thoreau (1849), riporta l’attenzione sul diritto-dovere dei cittadini di vigilare affinché lo Stato o qualsiasi autorità costituita non abusi del suo potere. Lo stesso Gandhi affermava: «Noi cessiamo di collaborare coi nostri governanti quando le loro azioni ci sembrano ingiuste. Questa è la resistenza passiva.»
Molti dei diritti di cui oggi godiamo, pur se concessi sulla carta, sono divenuti effettivi soltanto dopo atti di protesta e di disobbedienza civile. Ecco perché ritengo che questo libro sia un testo valido per comprendere la società e le nostre responsabilità di cittadini e di essere viventi.

L’impresa di occupare Luna si è rivelata importante perché ha avuto un esito positivo e si è conclusa con un accordo di tutela e salvaguardia di grande valenza simbolica, per la conservazione di Luna e degli alberi circostanti, cosa che non era mai accaduta prima di allora.
L’intuizione di calamitare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla salvaguardia delle foreste, attraverso il superamento del record di permanenza su un albero, ha contribuito a rendere la storia di Julia Butterfly Hill e di Luna una favola moderna. Tuttavia La ragazza sull’albero ha continuato la sua lotta fino a diventare un’ambientalista attivista di fama mondiale e la sua disobbedienza civile l’ha portata anche a dover affrontare il carcere il 16 luglio del 2002, a Quito, Ecuador, in seguito alla protesta contro un progetto di oleodotto che avrebbe distrutto un’ampia area di foresta vergine andina.

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«Mettere il mio corpo dove stanno le mie convinzioni» è una frase chiave per riuscire a capire la grandezza di questa esperienza che ognuno di noi può rivivere attraverso la lettura delle parole di Julia Butterfly Hill. E che siano passati quasi venti anni da quel giorno non è importante. È, anzi, quanto mai necessario oggi reinterpretare la necessità di un gesto che ha cambiato la visione ambientalista. Oggi che la nostra passività non è resistenza e neppure esistenza, ma solo inazione, mancanza di ideali, di speranza e di forza, è necessario ricordare, come suggerisce Julia, che «Sì, una persona può fare la differenza. Ciascuno di noi la fa.»

Luna è sopravvissuta al taglio indiscriminato della foresta ma nel 2000 è stata vittima di un atto di vandalismo a opera di sconosciuti che le ha inferto un profondo taglio lungo metà della circonferenza del tronco. «Ho avuto come la sensazione che la sega mi attraversasse il corpo. Continuerò a fare il possibile per salvare Luna e per salvare il resto delle antiche foreste» ha commentato Julia Hill in seguito all’attacco. Stabilizzata con staffe e cavi d’acciaio, ferita, ma ancora in piedi, Luna resiste e continua, con la sua presenza, a segnare il tempo millenario delle sequoie.

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Luna (sequoia) Redwood Forest, Stafford, California. Nel 2000, l’albero fu vittima di un atto di vandalismo: con una sega elettrica si creò nella sua circonferenza un’incisione di un metro di profondità. Stabilizzato con cavi e fermi in acciaio, l’albero continua a vivere. Fonte foto: National Geographic

 

Julia Butterfly Hill, La Ragazza sull’Albero (Casa Editrice Corbaccio, Milano 2000, ISBN 88-7972-435-5)

Julia Butterfly Hill, The Legacy of Luna (Harper Collins Publishers Inc., 2000, ISBN 0062516590)

 

Valentina Meloni

5/07/2017

2 pensieri su “La ragazza sull’albero (Julia Butterfly Hill)

    • credo che Julia abbia avuto il coraggio di correre il rischio di essere se stessa, è ammirevole mettere in gioco la propria vita per aiutare gli altri, certo al limite della follia ma senz’altro meno di altre azioni del tutto fini a se stesse.

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