Crepe di Pelle di Ashraf Fayad, poeta in prigione

ashraf-fayadh

Il mio paese è passato di qua
calzando la scarpa della libertà…
poi se n’è andato, lasciando la scarpa alle sue spalle,
correva con un ritmo travagliato … come il ritmo del mio cuore,
il mio cuore che correva verso un’altra direzione … senza una giustificazione convincente.
La scarpa della libertà era consumata, vecchia e finta
come il resto dei valori umani in tutte le loro dimensioni.
Tutto mi ha abbandonato e se n’è andato … inclusa te.
La scarpa è un’invenzione sconcertante
dimostra la nostra ineleggibilità a vivere su questo pianeta,
dimostra la nostra appartenenza ad un altro luogo in cui non abbiamo bisogno di camminare molto,
o che il suo pavimento è arredato con ceramica economica … scivolosa!
Il problema non sta nello scivolare … tanto quanto nell’acqua,
nel calore … nel vetro rotto … nelle spine … nei rami secchi e nelle rocce appuntite.
La scarpa non è una soluzione perfetta
ma in qualche modo adempie allo scopo desiderato
esattamente come la ragione
e come la passione.
La mia passione si è estinta da quando te ne sei andata l’ultima volta,
non posso raggiungerti più
da quando sono stato detenuto in una cassa di cemento sostenuta da barre fredde di metallo
da quando mi hanno dimenticato tutti … a cominciare dalla mia libertà … e a finire dalla mia
scarpa affetta da una crisi di identità.

traduzione di Sana Darghmouni che ringrazio per la gentile concessione del testo e assieme a lei Pina Piccolo che si sta attivando per un cordone di sostegno all’autore attraverso il sito della Macchina sognante, contenitore di scritture dal mondo.

post originale pubblicato in The dreaming machine


Crepe nella pelle, è una poesia scritta dal poeta palestinese Ashraf Fayad da una prigione dell’Arabia Saudita, dove è stato detenuto negli ultimi tre anni con l’accusa di apostasia, con una sentenza del tribunale emessa nel febbraio 2016 di otto anni di reclusione, 800 frustate e la richiesta che rinunci pubblicamente al suo lavoro.

La famiglia dell’artista ha chiesto un rinnovato sostegno monetario per aiutare a pagare le spese sostenute dalla sua squadra di difesa legale mentre prepara l’appello. La macchina sognante fornirà maggiori informazioni man mano che lo sforzo internazionale diventerà più strutturato. Darò informazioni aggiornate anche attraverso questo sito e naturalmente siete invitati a unirvi e a collaborare attivamente per sostenere Ashraf.

Ashraf Fayad, che il 20 ottobre 2017 ha ricevuto il prestigioso premio PEN Canada One Humanity, è un rifugiato palestinese residente in Arabia Saudita e autore di Instructions Within (2008), una raccolta di poesie che commenta le questioni sociali nel mondo arabo (pubblicato da Terra D’Ulivi Edizioni coistruzioni-all-interno-A-220x321n il titolo  Le istruzioni sono all’interno). È un membro chiave della Edge of Arabia, una comunità artistica e saudita britannica e una piattaforma digitale che promuove il dialogo e lo scambio culturale tra il Medio Oriente e il mondo occidentale.

Nell’estate del 2014, Fayad è stato processato in Arabia Saudita per accuse relative alla blasfemia relative alla sua raccolta di poesie, che da allora è stata bandita dalla circolazione. I tribunali sauditi lo hanno condannato a morte nel 2015 per il reato di essere un infedele, ma dopo le proteste internazionali, le autorità hanno commutato la sua condanna a otto anni e 800 frustate. Fayad rimane in prigione ad Abha mentre fa appello alla sua condanna.