L’uomo che piantava gli alberi

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Per la rubrica Un libro sotto l’albero in collaborazione con Libriparlanti books & coffee oggi parliamo dell’Uomo che piantava gli alberi di Jean Giono nell’edizione illustrata da Peppo Bianchessi per Salani Editore in occasione del 20°anniversario della pubblicazione in Italia. Il celebre racconto è un libro epocale che ha venduto solo in Italia oltre 200.000 copie.

Una quarantina circa di anni fa, stavo facendo una lunga camminata, tra cime assolutamente sconosciute ai turisti, in quella antica regione delle Alpi che penetra in Provenza.

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Inizia così uno dei classici più belli nella letteratura d’ambiente che non finisce mai di ispirare lettori piccoli e grandi…

Si chiamava Elzéard Bouffier. Aveva posseduto una fattoria in pianura. Aveva vissuto la sua vita. Aveva perso il figlio unico, poi la moglie. S’era ritirato nella solitudine dove trovava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Aveva pensato che quel paese sarebbe morto per mancanza di alberi. Aggiunse che, non avendo altre occupazioni più importanti, s’era risolto a rimediare a quello stato di cose. […]

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Lasciò il piccolo gregge in guardia al cane e salì verso di me. Temetti che venisse per rimproverarmi della mia indiscrezione ma niente affatto, quella era la strada che doveva fare e m’invitò ad accompagnarlo se non avevo nulla di meglio. Andava a duecento metri da lì, più a monte. Arrivato dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale depositava una ghianda, dopo di che turava di nuovo il buco. Piantava querce. […]

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Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quello che c’è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c’era nulla. […]

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Le querce del 1910 avevano adesso dieci anni ed erano più alte di me e di lui. Lo spettacolo era impressionante. Ero letteralmente ammutolito e, poiché lui non parlava, passammo l’intera giornata a passeggiare in silenzio per la sua foresta. […]

23-bBouffier aveva piantato, un anno, più di diecimila aceri. Morirono tutti. L’anno dopo, abbandonò gli aceri per riprendere i faggi che riuscirono ancora meglio delle querce. Per farsi un’idea precisa di quell’eccezionale carattere, non bisogna dimenticare che operava in una solitudine totale; al punto che, verso la fine della sua vita, aveva perso del tutto l’abitudine a parlare. O, forse, non ne vedeva la necessità.

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Nel 1933, ricevette la visita di una guardia forestale sbalordita. Il funzionario gli intimò l’ordine di non accendere fuochi all’aperto, per non mettere in pericolo la crescita di quella foresta naturale. Era la prima volta, gli spiegò quell’uomo ingenuo, che si vedeva una foresta spuntare da sola.

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Per recensire questo splendido racconto ho lasciato parlare l’autore scegliendo dei passi direttamente dal libro. Qui non c’è nulla da aggiungere. La storia di Elzéard Bouffier ha ispirato l’immaginario collettivo di intere generazioni e continuerà ancora a lungo…

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Incredibile la straordinaria potenza di una ghianda…non trovate?

Da Libriparlanti books & coffee  potete sfogliare e acquistare sia l’edizione che vi ho illustrato sia il DVD del Film d’animazione di Frédérick Back tratto dal romanzo e vincitore del premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione nel 1988.Lo potete guardare integralmente a questo link sul mio canale youtube  che ha ricevuto solo per questo corto oltre 29000 visite. Un regalo che ognuno di noi amerebbe avere sotto l’albero di Natale per guardarlo da soli o insieme ai nostri bambini.

Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.

E donne che piantano alberi ce ne sono? Pare proprio di sì! Questa è  la storia di Yi Jiefeng originaria di Shanghai. Negli ultimi dodici anni ha piantato milioni di alberi in Cina con l’obiettivo di rimboschire l’arido deserto di Alashan e per mantenere viva la memoria del figlio scomparso 16 anni fa. Ed esistono anche altre donne, altre uomini che si impegnano per ripopolare il pianeta di alberi…anche bambini! Come per esempio Felix Finkbeiner di 13 anni. Negli ultimi quattro ha piantato oltre un milione di alberi. La sua associazione Plant For The Planet è presente in oltre 70 nazioni e ci lavorano piccoli eroi di tutto il mondo. Con uno slogan: “Stop talking, start planting“. L’obiettivo è arrivare a un trilione di nuove piante in dieci anni. Forse dovremmo cominciare anche noi ;)!

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Jean Giono è nato il 30 marzo 1895 a Manosque, in Provenza. Il padre, d’origine italiana, era calzolaio e la madre stiratrice. Jean leggeva da solo la Bibbia e Omero, tra l’officina del padre e l’atelier di sua madre. La sua cultura, immensa, è quella di un autodidatta con una curiosità universale. Ha pubblicato oltre trenta opere. E morto nel 1970.

[ n a n i t a ]


Un pensiero su “L’uomo che piantava gli alberi

  1. Chi pianta un albero
    pianta una speranza.

    (Lucy Larcom)

    Questa citazione mi sembra calzare a pennello per questo bellissimo libro che ho letto molti anni fa… Un’edizione impreziosita anche da splendide illustrazioni… Speriamo che gli esempi citati nella recensione, di uomini, donne e ragazzi molto giovani che portano avanti la battaglia della riforestazione del pianeta, siano da modello per chiunque voglia dare un contributo sostanziale a questo povero pianeta terra sempre più sofferente… Validi spunti per un libro che ha fatto riflettere…

    Federico

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