La settima quercia
e altre storie verdi di Milano
Recensione a cura di Valentina Meloni
La raccolta di racconti “green” “La settima quercia” della casa editrice Quarto Paesaggio di Milano prende il titolo da uno dei racconti vincitori del concorso “Green fiction” per l’anno 2014. Concorso che, in pochissimi mesi, ha prodotto un bellissimo risultato: quello di raccontare il verde di una città da sempre considerata molto poco green. Milano, infatti, come scrive nella nota introduttiva Chiara Bisconti, assessora al verde del Comune, non è più la città grigia e soffocante così come vuole un certo cliché ormai superato. Milano è una città che negli ultimi anni sta riscoprendo il suo patrimonio verde, i suoi giardini, i suoi parchi. Dove il verde è sempre più percepito come un bene comune da tutelare e difendere, di cui prendersi cura in prima persona.
E’ duro a morire il pregiudizio che fa della capitale del Nord un posto grigio e duro come il cemento, scrive il presidente di Quarto Paesaggio Giorgio Tacconi, ma Milano ha un’anima verde, che emerge in tutta la sua bellezza, in tutta la sua modernità e dinamicità, in questa raccolta di racconti che mostra l’impegno con cui i cittadini, con il sostegno dell’Amministrazione comunale, si prendono sempre più cura del verde pubblico.
Proprio come in “Buccia Lucente” di Marco Pellegrini, racconto vincitore del concorso, in cui s’incontrano, in un orto comune, un uomo e una donna, che non hanno apparentemente nulla in comune, a parte, forse, la buccia lucente dei peperoncini che raccolgono assieme nell’orto condiviso:
“Entrambe le nostre mani protese: quelle dita sottili e lunghe e forti che ho già guardato troppe volte si scontrano con la mia mano, la cosa mi provoca una scarica elettrica (e a lei?): «Oh scusa» quasi in coro, risatina imbarazzata. Un attimo i suoi occhi color ambra – questo me lo ero cercato su Internet perché non sapevo definirli, questa mania di dare un nome preciso alle cose che vedo – si incontrano con i miei, altra vibrazione e il piacere di essere lì nel nostro “orto in città”, un piacere intenso, che sento nelle gambe, nella schiena: solo merito di Ale, forse meglio dire della mia infatuazione per… o è davvero bello? Macchissene, mi piace e basta: l’orto e soprattutto l’Ale…”
Il racconto la settima quercia, invece, ha come protagonista uno dei monumenti arborei più famosi di Milano: si tratta di una Quercus rubra, specie originaria del Nord America, nata nel 1895 che fu portata in piazza XXIV Maggio nel 1924, divenendo poi un monumento ai caduti della Grande guerra. La quercia non si trova in buone condizioni di salute, tanto da aver avuto bisogno di importanti interventi di sostegno, iniziati alcuni anni fa, quando sono stati posti tiranti tra i rami e stampelle. L’albero “storico” di Milano è stato anche protagonista, nel 2004, delle tante polemiche suscitate dall’opera di Maurizio Cattelan, che appese ai suoi rami dei manichini raffiguranti bambini impiccati.
E’ una quercia che tanti milanesi non vedono, presi dai pensieri, dai mille problemi e dal flusso del traffico che lì sotto transita furentemente. La misura del tronco è pari a 510 cm, altezza intorno ai venti metri, ma la chioma è più estesa che alta.
Ce lo dice il poeta, scrittore e cercatore d’alberi, Tiziano Fratus, in una sua pubblicazione di qualche anno fa.
Se tanti Milanesi non vedono questo importante monumento arboreo, da adesso qualcuno di loro forse, comincerà a farci caso, grazie anche a queste micronarrazioni. La storia di questa quercia, che adesso si trova in compagnia di dodici platani piantumati a seguito del restauro della Darsena, per Expo 2015, viene narrata in maniera futuribile da una delle voci più giovani di questa raccolta, Filippo De Simone.
Assieme alla settima quercia, trovano spazio in questo volume davvero molto ben curato sia nelle veste grafica che nella scelta antologica, altri dieci racconti, alcuni dei quali corredati da bellissime illustrazioni. Particolari e d’effetto quelle di David Cristóbal Lozano e Arianna Tinulla che illustrano la storia di “Dente di Cane, Urtica Venenum” della giornalista Nila Shabnam Bonetti.
Il punto di vista che leggerete in questa storia è proprio quello di un dente di cane: proverete l’ebrezza di viaggiare trasportati da un soffio di vento, potrete visitare il mondo e la città da una prospettiva privilegiata e
“[…] Volare via, senza peso, senza una direzione. Improvvisando. Correndo tra le case, superando le recinzioni. Perdendosi. Accarezzando i prati, facendo il verso agli animali al pascolo. E via, sempre più veloce.”
Prospettiva interessante quella di dare voce alle piante (inutile dire che mi piace in quanto parlalberi) che si concretizza in una narrazione dal sapore antologico: “Parla la città verde: una “Spoon River” milanese” della scrittrice, calligrafa e musicista Nicoletta Romanelli. Basta leggere l’incipit per essere rapiti da tali conversazioni:
“Ciò che più sorprende nel genere umano è l’insopprimibile, incongruente, pervicace, a tratti patetica, inclinazione che spinge coloro che ve ne fanno parte a ritenersi superiori agli altri esseri viventi. In particolar modo ai viventi del mondo vegetale. Sole, pioggia, vento, fumo, neve… […] Siamo la voce verde di Milano. Mi puoi trovare in una fioriera, in un parco, in un orto condiviso, sul balcone della Sciura Pina, lungo i viali sommersi dal traffico. […] Abbiamo tanto da raccontare: siamo i testimoni silenziosi e verdi di quanto avviene in questa grande città,[…] Nasciamo, moriamo, soffriamo, siamo felici proprio come voi.[…] Abbiamo qualcosa che a voi umani non è dato afferrare: una sorta di immortalità, di saggezza, di riflessività silenziosa. Ma ora vogliamo parlare.”
E allora lasciamoli parlare, perché hanno tanto da dirci: l’alberello di via Aleardi, le forsizie del Parco Sempione, gli alberi di via Melchiorre Gioia, gli olmi di via Mac Mahon, i novantamila alberi di Claudio Abbado e molti, molti altri ancora.
In viaggio verso nuove prospettive, attraverso questi undici racconti, conoscerete l’anima verde di Milano, magari sulla bicicletta di Marta Quagliolo, che in sogno, riesce a farci intravedere una città ancora tutta da scoprire.
“Carica di entusiasmo arrivai fino a Quarto Oggiaro e girovagai tra le vie del quartiere, mentre la magica scia della mia bicicletta faceva sorgere piccoli orti e alberi da frutto.”
Buona pedalata e buona lettura!
[n a n i t a ]
Gli undici racconti di questo volume sono i vincitori dell’edizione 2014 del concorso letterario Green Fiction, promosso dall’Associazione Quarto Paesaggio e dal Sistema Bibliotecario di Milano, con l’obiettivo di dare voce ai talenti letterari sensibili al fascino e al valore del mondo vegetale.
Se vuoi partecipare al nuovo concorso letterario Green Fiction 2015 dal tema: Nutrirsi di verde, le radici della vita. Leggi il Regolamento
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