Numeri a perdere- un libro sospeso-

“Numeri a perdere” di Riccardo Gavioso

recensione a cura di Valentina Meloni

Qualche settimana fa ho ricevuto un libro sospeso, interessante iniziativa dell’editore  Fabio Dessole per Arpeggio Libero  piccola, indipendente casa editrice di cui ho già avuto modo di leggere e parlare. A Napoli si usa lasciare un caffè sospeso e siccome io il caffè non posso berlo, ho scelto un libro che mi aveva incuriosito e che, non solo non ha deluso le mie aspettative, ma mi ha lasciato dentro un bel po’ di cose.

Scrivere un racconto è senz’altro più difficile che scrivere una recensione. Scrivere in un linguaggio che non risulti noioso al lettore, che lo imprigioni dentro alle parole e gli infilzi lì sulla pagina, gli occhi, incapaci di scollarsi dall’intreccio, dai personaggi, dalla storia, è ancora più difficile.

Flannery O’Connor (25 marzo 1925 – 3 agosto 1964), la scrittrice che a sei anni insegnò a un pollo a camminare all’indietro,  affermava nella sua raccolta di saggi Nel territorio del diavolo, sul mistero di scrivere,  che la narrativa opera tramite i sensi e procede per particolari, particolari che devono rientrare in un disegno complessivo al servizio dell’intento del narratore. Lei stessa scrisse più di cento recensioni di libri e solo trentadue racconti. Le immagini della piccola Flannery con il pollo fecero il giro del paese e in seguito ella affermò:

«C’ero anch’io con il pollo. Ero là solo per assisterlo, ma fu il momento culminante della mia vita. Tutto quello che è accaduto dopo, è stato solo un anticlimax.»

Un evento, un particolare, che potrebbe essere insignificante — come il pollo che cammina all’indietro — di fatto costruisce una storia.

«I narratori che non danno importanza a questi particolari concreti peccano di quella che Henry James definiva “specificazione fiacca”. L’occhio scivola via sulle parole e l’attenzione si assopisce» 

continua a suggerire la scrittrice.

Cosa c’entra il pollo direte voi? Il fatto è che da quando ho iniziato a leggere Numeri a perdere di Riccardo Gavioso ho cominciato a fare attenzione pure ai polli. Ho iniziato a guardare le cose in maniera diversa e a riconoscere all’occhio il suo potere descrittivo. Come si racconta una storia? Si racconta osservando. Se non osservi non entri nelle cose e se non entri nelle cose non le sai narrare.

Come si fa ad accorgersi dei numeri mancanti? Di quei vuoti a perdere che passano inosservati, che non hanno nome, vita, identità? Bisogna vederli. E Riccardo Gavioso acuisce la vista da giornalista per dare una voce, un volto, un’identità e quindi una dignità di essere vivente, a quei numeri che l’hanno persa a causa di un cattivo giornalismo, dell’indifferenza, a causa di un climax discendente della modernità che ci fa considerare un pollo che cammina all’indietro più importante ai nostri occhi (e alla nostra attenzione) di storie che, a volte, sono conosciute solo dai mattoni. E Gavioso riesce a far parlare pure quelli, a far narrare a quei mattoni che le donne dai capelli bianchi, nascosti da panuelos, le vecchie madri di Plaza de Mayo che si appoggiano ai muri, hanno gli occhi asciutti a causa di una vita che  è stata loro rubata, quella dei Desaparecidos, dei loro figli, che ora, grazie alle proteste pacifiche, alla perseveranza nel portarle avanti, sono i figli di tutti.

Ma i Numeri a perdere non sono solo quelli delle dittature, Gavioso mette in questo contenitore-libro tante storie: cani, clochard, donne vittime di femminicidio, bambini soldato, sopravvissuti e  vittime di Hiroshima (entrambi numeri a perdere), l’olocausto animale delle pellicce e d’altro, l’olocausto umano delle favelas, dei Meninos de rua, delle vittime di abusi sessuali, dei cadaveri in cerca di riposo, dei resistenti che sfidano le dittature per l’ideale e per la sopravvivenza della voce dissidente, della democrazia e molto, molto altro.

Non vi riporterò citazioni come faccio di solito. Ogni storia, ogni racconto, ogni numero di questa raccolta merita la vostra attenzione. Cosa c’entrava il pollo? Vi starete ancora domandando…

Ebbene il pollo era un’espediente per tenervi incollati allo schermo. Immagino di avervi deluso, ma spero di aver acceso un po’ del vostro interesse per quei numeri a perdere di cui continuate a non sapere nulla, quei numeri di cui Gavioso, armato della più nobile delle armi bianche (la penna),  ha raccolto il particolare che ve li farà ricordare, spero, per sempre.

 

Valentina Meloni


Riccardo Gavioso è nato a Torino dove tutt’ora risiede. Laureato in Giurisprudenza, ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Si è occupato di giornalismo web collaborando con diverse testate e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “Il Prione”.

2 pensieri su “Numeri a perdere- un libro sospeso-

  1. caro Riccardo sono io che ringrazio te per la piacevole lettura, per la tua simpatia e non solo… sentiti libero di fare tutte le ruote che vuoi anzi sono molto felice e onorata di ospitarti nel mio piccolo poll…ehm spazio 😀

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